Massaggio Metacorporeo® e Trauma
Fra gli strumenti di derivazione psico-fisica della Metacorporea vi sono tecniche che consentono alla persona di identificare una specie di mappa corporea soggettiva che diventa stimolo all’auto ascolto e strumento di riflessione per trovare risposte più adeguate alle sollecitazioni esterne. Molto spesso persone che hanno subito traumi corporei (incidenti, abusi, protratta mancanza di affettività) manifestano modalità relazionali e attitudini corporeo scostanti e ambivalenti. Ad esempio pur desiderando molto il contatto fisico sono recalcitranti verso un abbraccio o anche semplicemente si sentono in difficoltà quando la prossemica (ovvero la distanza di comunicazione fra due individui) è eccessivamente ravvicinata.
Questi aspetti ci possono essere anche nella relazioni più strette creando ovviamente difficoltà e senso di confusione in chi gli sta vicino e senso di colpa a se stessi.
Si tratta ovviamente di un atteggiamento protettivo e preventivo determinato dalla sensazione di non riuscire a gestire adeguatamente la componente emozionale di un contatto o una vicinanza corporea. In questi casi l approccio esclusivamente verbale difficilmente può portare a dei cambiamenti significativi e duraturi che sono invece raggiungibili esclusivamente attraverso l ‘esperienza diretta che favorisce la ristrutturazione degli schemi corporei che si sono sviluppati in funzione dei traumi emotivi.
Il massaggio metacorporeo nella sua struttura usa una serie di posture e di tecniche di contatto che danno luogo a innumerevoli variabili che lo rendono perfettamente declinabile sulle reali esigenze pisco emotive e corporee di chi lo riceve. Non si tratta quindi di un massaggio uguale per tutti ma si struttura sulla curva energetica di partenza di chi lo riceve.
Oltre alle variabili di contatto possibili ce ne sono molte altre fra cui il ritmo, l’ ampiezza e la inclusività dei movimenti del massaggiatore, Il punto di partenza è sempre la analisi dello stato della curva (alternanza simpatico/parasimpatico) e l‘ampiezza del range di tolleranza.
Una volta identificati questi parametri si decide se proseguire in un percorso di tipo stimolativo (simpatico) o nutritivo (parasimpatico).
Contestualmente l’ operatore deve potere operare sui tre strati corporei (ectodermico, mesodermico ed endodermico) che sono legati sia alle fasi del nostro sviluppo embrionale sia alle componenti emozionali a carattere evocativo
Anche la durata può variare dai 45 ai 90 minuti e non è raro che il massaggio richieda poi un tempo di integrazione e decodificazione di tipo verbale. In tutto questo la respirazione è fondamentale e uno degli obiettivo è quello di raggiungere un alto livello di sincronicità fra la respirazione dell’operatore e quella della persona che lo riceve.
Come è facilmente intuibile proprio per questa molteplicità di stimolazioni (tattile, simbolico evocativa e fisiologica) il massaggio metacorporeo risulta particolarmente adatto alle persone il cui corpo è portatore di memorie di traumi emotivi”.
Uno dei primi benefici è un netto miglioramento della funzione respiratoria che come sappiamo è fra quelle più prettamente e strettamente collegate alla sfera emotiva. A cascata si instaureranno poi netti benefici in tutte quelle funzioni relative al sistema nervoso involontario e maggiormente collegate alle componenti emotive come per esempio il miglioramento dei livelli del sonno, della capacita di recupero individuale, della digestione (ottimizzazione della parte parasimpatica della curva energetica), oppure quello della resistenza allo stress, del controllo emotivo e delle performance individuali (ottimizzazione della parte simpatica della curva).
Tutto questo induce a sua volta una condizione di maggior equilibrio generale (miglioramento della alternanza simpatico /parasimpatico) che porta sua volta ad una riduzione di sintomi come ipersensibilità cutanea, nausea, sensazione di instabilità, difficoltà di deglutizione, sensazione di mancanza di aria, senso di svenimento, tutti legati alla componente viscerale ed involontaria del sistema nervoso e comunemente presenti in persone traumatizzate.
Questi aspetti ci possono essere anche nella relazioni più strette creando ovviamente difficoltà e senso di confusione in chi gli sta vicino e senso di colpa a se stessi.
Si tratta ovviamente di un atteggiamento protettivo e preventivo determinato dalla sensazione di non riuscire a gestire adeguatamente la componente emozionale di un contatto o una vicinanza corporea. In questi casi l approccio esclusivamente verbale difficilmente può portare a dei cambiamenti significativi e duraturi che sono invece raggiungibili esclusivamente attraverso l ‘esperienza diretta che favorisce la ristrutturazione degli schemi corporei che si sono sviluppati in funzione dei traumi emotivi.
Il massaggio metacorporeo nella sua struttura usa una serie di posture e di tecniche di contatto che danno luogo a innumerevoli variabili che lo rendono perfettamente declinabile sulle reali esigenze pisco emotive e corporee di chi lo riceve. Non si tratta quindi di un massaggio uguale per tutti ma si struttura sulla curva energetica di partenza di chi lo riceve.
Oltre alle variabili di contatto possibili ce ne sono molte altre fra cui il ritmo, l’ ampiezza e la inclusività dei movimenti del massaggiatore, Il punto di partenza è sempre la analisi dello stato della curva (alternanza simpatico/parasimpatico) e l‘ampiezza del range di tolleranza.
Una volta identificati questi parametri si decide se proseguire in un percorso di tipo stimolativo (simpatico) o nutritivo (parasimpatico).
Contestualmente l’ operatore deve potere operare sui tre strati corporei (ectodermico, mesodermico ed endodermico) che sono legati sia alle fasi del nostro sviluppo embrionale sia alle componenti emozionali a carattere evocativo
Anche la durata può variare dai 45 ai 90 minuti e non è raro che il massaggio richieda poi un tempo di integrazione e decodificazione di tipo verbale. In tutto questo la respirazione è fondamentale e uno degli obiettivo è quello di raggiungere un alto livello di sincronicità fra la respirazione dell’operatore e quella della persona che lo riceve.
Come è facilmente intuibile proprio per questa molteplicità di stimolazioni (tattile, simbolico evocativa e fisiologica) il massaggio metacorporeo risulta particolarmente adatto alle persone il cui corpo è portatore di memorie di traumi emotivi”.
Uno dei primi benefici è un netto miglioramento della funzione respiratoria che come sappiamo è fra quelle più prettamente e strettamente collegate alla sfera emotiva. A cascata si instaureranno poi netti benefici in tutte quelle funzioni relative al sistema nervoso involontario e maggiormente collegate alle componenti emotive come per esempio il miglioramento dei livelli del sonno, della capacita di recupero individuale, della digestione (ottimizzazione della parte parasimpatica della curva energetica), oppure quello della resistenza allo stress, del controllo emotivo e delle performance individuali (ottimizzazione della parte simpatica della curva).
Tutto questo induce a sua volta una condizione di maggior equilibrio generale (miglioramento della alternanza simpatico /parasimpatico) che porta sua volta ad una riduzione di sintomi come ipersensibilità cutanea, nausea, sensazione di instabilità, difficoltà di deglutizione, sensazione di mancanza di aria, senso di svenimento, tutti legati alla componente viscerale ed involontaria del sistema nervoso e comunemente presenti in persone traumatizzate.