Le Memorie dell'Acqua
Tutti sappiamo che gran parte del nostro corpo è costituito da acqua o liquidi che con la loro continua azione consentono allo stesso di mantenere una omeostasi (cioè un equilibrio) indispensabile per la sua sopravvivenza.
Ma sicuramente pochi sanno che l’acqua può anche essere un fondamentale strumento per il benessere la prevenzione e addirittura la cura di disagi sia fisici che psicologici.
Non sto parlando dell’acqua che normalmente beviamo bensì di quella in cui ci immergiamo.
Basti pensare che essa rappresenta non solo dal punto di vista fisico ma anche e soprattutto da quello psicologico l’elemento che ci accompagna all’inizio della nostra vita.
Dal concepimento in poi il feto è completamente immerso nel liquido amniotico e tutto il suo sviluppo è dolcemente modulato da questa sostanza che funge da delicato ammortizzatore, da trasmettitore di suoni (il battito cardiaco della madre, il flusso sanguineo, la ritmicità respiratoria ) e da catalizzatore di diverse sollecitazioni di tipo tattile.
Esso (il liquido amniotico) diventa quindi depositario di una serie di sensazioni e di emozioni che, proprio in questa fase , il bambino acquisisce mentre si sviluppa.
Da qui la frase che spesso usiamo ai seminari e che contraddistingue il nostro lavoro: “la cellula si informa mentre si forma".
In sostanza è come se le singole cellule durante il loro sviluppo acquisissero non soltanto un patrimonio genetico ma anche e soprattutto un insieme di memorie emozionali le quali rimangono profondamente radicate all’interno di ognuno di noi.
Una realtà questa di cui ovviamente non siamo consapevoli ma che influenza le nostre percezioni, il modo con cui ci rapportiamo e determinate situazioni e soprattutto il pensiero che abbiamo di noi stessi e del nostro modo di vivere la componente fisica ed emozionale .
Non è raro infatti che disturbi di tipo cronico, o che si ripresentano periodicamente o con ciclicità trovino un collegamento o rappresentino un segnale che determinate componenti emotive sono bloccate e non riescono ad essere opportunamente espresse.
Il nostro corpo in questo caso reagisce con una alterazione energetica della omeostasi di cui parlavamo prima, che determina delle vere e proprie manifestazioni fisiche.
Al contrario la controllata e sicura manifestazione di queste componenti emotive contribuisce ad uno sblocco di questa energia bloccata liberando la psiche ( e per conseguenza il corpo ) da sovrastrutture , pesi o blocchi che la caratterizzano in quel momento della vita.
La nostra esperienza di lavoro ci ha insegnato che in questi casi l’acqua, in abbinamento a stimolazioni tattili e ad una particolare e dolce modalità respiratoria è fondamentale per fare emergere in maniera sicura e controllata, emozioni che altrimenti rimarrebbero bloccate .
Daltronde proprio l’acqua calda è l’elemento che, in quanto più simile al liquido amniotico, nel momento in cui vi siamo immersi, può favorire il manifestarsi di queste memorie emozionali, stabilendo quindi un nuovo e più appagante contatto con la parte più intima, ricca e vera di ognuno di noi.
Le delicate percezioni che si vivono collegate a sensazioni di accoglienza, dolcezza, tenerezza creano infatti uno spazio di sicurezza in cui le emozioni possono finalmente manifestarsi, innescando un processo di maggiore fiducia in se stessi , nel proprio corpo e nelle proprie possibilità, che ,oltre che costituire una vera e propria evoluzione del nostro essere può dar luogo a un profondo processo di risanamento e di autoguarigione.
Ma sicuramente pochi sanno che l’acqua può anche essere un fondamentale strumento per il benessere la prevenzione e addirittura la cura di disagi sia fisici che psicologici.
Non sto parlando dell’acqua che normalmente beviamo bensì di quella in cui ci immergiamo.
Basti pensare che essa rappresenta non solo dal punto di vista fisico ma anche e soprattutto da quello psicologico l’elemento che ci accompagna all’inizio della nostra vita.
Dal concepimento in poi il feto è completamente immerso nel liquido amniotico e tutto il suo sviluppo è dolcemente modulato da questa sostanza che funge da delicato ammortizzatore, da trasmettitore di suoni (il battito cardiaco della madre, il flusso sanguineo, la ritmicità respiratoria ) e da catalizzatore di diverse sollecitazioni di tipo tattile.
Esso (il liquido amniotico) diventa quindi depositario di una serie di sensazioni e di emozioni che, proprio in questa fase , il bambino acquisisce mentre si sviluppa.
Da qui la frase che spesso usiamo ai seminari e che contraddistingue il nostro lavoro: “la cellula si informa mentre si forma".
In sostanza è come se le singole cellule durante il loro sviluppo acquisissero non soltanto un patrimonio genetico ma anche e soprattutto un insieme di memorie emozionali le quali rimangono profondamente radicate all’interno di ognuno di noi.
Una realtà questa di cui ovviamente non siamo consapevoli ma che influenza le nostre percezioni, il modo con cui ci rapportiamo e determinate situazioni e soprattutto il pensiero che abbiamo di noi stessi e del nostro modo di vivere la componente fisica ed emozionale .
Non è raro infatti che disturbi di tipo cronico, o che si ripresentano periodicamente o con ciclicità trovino un collegamento o rappresentino un segnale che determinate componenti emotive sono bloccate e non riescono ad essere opportunamente espresse.
Il nostro corpo in questo caso reagisce con una alterazione energetica della omeostasi di cui parlavamo prima, che determina delle vere e proprie manifestazioni fisiche.
Al contrario la controllata e sicura manifestazione di queste componenti emotive contribuisce ad uno sblocco di questa energia bloccata liberando la psiche ( e per conseguenza il corpo ) da sovrastrutture , pesi o blocchi che la caratterizzano in quel momento della vita.
La nostra esperienza di lavoro ci ha insegnato che in questi casi l’acqua, in abbinamento a stimolazioni tattili e ad una particolare e dolce modalità respiratoria è fondamentale per fare emergere in maniera sicura e controllata, emozioni che altrimenti rimarrebbero bloccate .
Daltronde proprio l’acqua calda è l’elemento che, in quanto più simile al liquido amniotico, nel momento in cui vi siamo immersi, può favorire il manifestarsi di queste memorie emozionali, stabilendo quindi un nuovo e più appagante contatto con la parte più intima, ricca e vera di ognuno di noi.
Le delicate percezioni che si vivono collegate a sensazioni di accoglienza, dolcezza, tenerezza creano infatti uno spazio di sicurezza in cui le emozioni possono finalmente manifestarsi, innescando un processo di maggiore fiducia in se stessi , nel proprio corpo e nelle proprie possibilità, che ,oltre che costituire una vera e propria evoluzione del nostro essere può dar luogo a un profondo processo di risanamento e di autoguarigione.