Il Respiro per Curare l'Insonnia
Oggi i disturbi del sonno sono una delle reazioni di carattere psico fisico più fastidiosa e diffusa.
In particolare l’insonnia è la manifestazione più classica di disagi psico emozionali dovuti a sovraccarichi, componenti stressogene o atteggiamenti depressivi.
Quando questo si verifica il normale fluire del sonno è bloccato da pensieri ed ossessioni che in una sorta di circolo vizioso impediscono alla mente di rigenerasi e rinnovarsi in vista del nuovo giorno.
Daltronde molto spesso il cervello ( che è l’organo sito più in alto nel nostro corpo) viene paragonato all’intestino (che al contrario è l’organo che si trova più in basso) , ed anche la loro forma è simile (le anse intestinali sembrano assomigliare alle circonvoluzioni cerebrali) e sotto un certo aspetto anche la loro funzione è similare. Il primo infatti è deputato ad assorbire e digerire le esperienze che ci accadono , mentre il secondo ad assimilare e digerire il cibo per eliminare le scorie.
Una delle funzioni del cervello è dunque questa: assimilare esperienze evitando che esse si stratifichino ma contribuendo alla loro integrazione eliminando le scorie che in qualche modo potrebbero essere considerate nocive o tossiche.
Ciò avviene tramite un processo che trasforma in energia pura le esperienze che durante il giorno si sono “fissate” nella nostra mente smaltendone i residui attraverso i pensieri (durante il giorno) e attraverso i sogni durante la notte.
Simbolicamente parlando il sonno può essere paragonato ad una morte apparente il cui fine è quello, in maniera del tutto naturale, di integrare esperienze vissute durante la giornata.
Durante il sonno infatti viene frantumato polverizzato ed infine digerito tutto quello che durante il giorno abbiamo ingerito, trasformandolo in energia pura , rendendolo da pesante a leggero, da massiccio ad etereo.
La finalità ultima del sonno non è quindi soltanto quella di rigenerare il fisico, di riposare membra e corpo, o di rilassare i muscoli, ma al contrario anche è forse di più quella di rigenerare e dare nuova vita al nostro modo di essere e di sentire.
In una parola è uno degli strumenti che ci permette di smantellare la nostra identità diurna evitando così che questa si indurisca fissandosi nella nostra mente in maniera improduttiva.
Ma se il nostro io, che rappresenta la nostra identità di superficie, quindi non tanto ciò che realmente siamo ma ciò che desideriamo mostrare al mondo, è così rigido e corazzato da diventare per noi un riferimento insostituibile, il solo chiudere gli occhi ci fa temere di perderlo.
Ecco perché non accetta di cedere lo scettro del comando, di abbassare le difese aprendosi ad un processo di naturale rielaborazione e trasformazione.
Il subconscio dell’insonne ragiona così nel tentativo di controllare la vita che scorre, fluisce, trasforma e si trasforma continuamente.
Perché durante la notte, al buio ciò che si verifica sono appunto trasformazioni profonde, ampie e di notevole intensità , che se portate a termine elaborano il prodotto che si è assimilato durante il giorno.
Cosi che all’alba , con il mattino anche in noi si verifichi e nasca qualcosa di completamente nuovo.
Se questo avviene non perdiamo il nostro io, al contrario siamo sempre noi , ma completamente rinnovati.
Daltronde l’insonnia può essere almeno di tre tipi ad ognuno dei quali corrispondono interpretazioni psico emotive molto differenti.
L’insonnia serale per esempio evidenzia la difficoltà a lasciarsi andare e quindi a lasciare andare ciò che si è vissuto durante il giorno , il che evidenzia un io troppo rigido e controllato che non vuole “abbandonare la lotta” che viene interpretata come forma di sopravvivenza.
Quella notturna generalmente caratterizzata da risvegli fra le due e le quattro di mattina sembrerebbe essere manifestazione di rabbie non completamente smaltite o di rancori di chi per qualche verso ritiene di avere subito ingiustizie.
Quella mattutina infine, rappresenta senza dubbio la paura del nuovo e di ciò che ci aspetta che merita una adeguata preparazione. Di fronte alla novità bisogna essere lucidi e pronti.
E quindi la necessita di svegliarsi prima.
Queste semplici considerazioni sono di per se sufficienti a farci capire come il sonno sia in realtà un meccanismo ben più importante, complesso ed articolato che non un semplice periodo di riposo e come esso sia intimamente collegato con gli aspetti psichici ed emozionali che contraddistinguono la nostra vita.
Questo è uno dei motivi per cui l’utilizzo di psicofarmaci, purtroppo estremamente diffuso, ancorchè efficace, in realtà però interviene ed influisce su questo meccanismo cosi delicato interferendo anche con le possibilità individuali e soggettive di superamento dello stesso.
Ecco perché specie in alcuni casi l’intervento con modalità e metodiche ad indirizzo psico emozionale può essere molto meno invasivo e molto più indicato.
Una di queste è per esempio il rebirthing o la respirazione metacorporea.
Entrambe queste tecniche sono basate su particolari modalità respiratorie che inducono una maggiore e dolce connessione con i propri stati emozionali ed una più profonda e mirata consapevolezza delle proprie dinamiche attive e reattive.
La situazione che si viene a creare durante una seduta è in realtà paragonabile al sonno, cosi come ad uno stato meditativo , in cui le onde cerebrali si trovano ad una frequenza alfa in cui la integrazione di vissuti emozionali è facilitata.
Daltronde mentre noi dormiamo nel nostro corpo si verificano una serie di cambiamenti di tipo sia fisico che chimico molto importanti sia a livello muscolare che di altri organi.
Per esempio il ritmo del cuore varia , gli occhi si muovono anche se sono chiusi ed infine la respirazione cambia completamente per ritmo, intensità, frequenza e profondità.
E’ dunque abbastanza comprensibile che tecniche di questo tipo basate appunto sulla respirazione possano agevolare e facilitare gli sblocchi emotivi e la corretta integrazione di dinamiche psico emozionali che possono contribuire ad una migliore e più armonica presa di consapevolezza del proprio mondo interiore con la eliminazione di ansie o pensieri ricorrenti che una volta manifestati ed eliminati non influiscono più sulle modalità di corretto ripristino tramite il sonno.
In particolare l’insonnia è la manifestazione più classica di disagi psico emozionali dovuti a sovraccarichi, componenti stressogene o atteggiamenti depressivi.
Quando questo si verifica il normale fluire del sonno è bloccato da pensieri ed ossessioni che in una sorta di circolo vizioso impediscono alla mente di rigenerasi e rinnovarsi in vista del nuovo giorno.
Daltronde molto spesso il cervello ( che è l’organo sito più in alto nel nostro corpo) viene paragonato all’intestino (che al contrario è l’organo che si trova più in basso) , ed anche la loro forma è simile (le anse intestinali sembrano assomigliare alle circonvoluzioni cerebrali) e sotto un certo aspetto anche la loro funzione è similare. Il primo infatti è deputato ad assorbire e digerire le esperienze che ci accadono , mentre il secondo ad assimilare e digerire il cibo per eliminare le scorie.
Una delle funzioni del cervello è dunque questa: assimilare esperienze evitando che esse si stratifichino ma contribuendo alla loro integrazione eliminando le scorie che in qualche modo potrebbero essere considerate nocive o tossiche.
Ciò avviene tramite un processo che trasforma in energia pura le esperienze che durante il giorno si sono “fissate” nella nostra mente smaltendone i residui attraverso i pensieri (durante il giorno) e attraverso i sogni durante la notte.
Simbolicamente parlando il sonno può essere paragonato ad una morte apparente il cui fine è quello, in maniera del tutto naturale, di integrare esperienze vissute durante la giornata.
Durante il sonno infatti viene frantumato polverizzato ed infine digerito tutto quello che durante il giorno abbiamo ingerito, trasformandolo in energia pura , rendendolo da pesante a leggero, da massiccio ad etereo.
La finalità ultima del sonno non è quindi soltanto quella di rigenerare il fisico, di riposare membra e corpo, o di rilassare i muscoli, ma al contrario anche è forse di più quella di rigenerare e dare nuova vita al nostro modo di essere e di sentire.
In una parola è uno degli strumenti che ci permette di smantellare la nostra identità diurna evitando così che questa si indurisca fissandosi nella nostra mente in maniera improduttiva.
Ma se il nostro io, che rappresenta la nostra identità di superficie, quindi non tanto ciò che realmente siamo ma ciò che desideriamo mostrare al mondo, è così rigido e corazzato da diventare per noi un riferimento insostituibile, il solo chiudere gli occhi ci fa temere di perderlo.
Ecco perché non accetta di cedere lo scettro del comando, di abbassare le difese aprendosi ad un processo di naturale rielaborazione e trasformazione.
Il subconscio dell’insonne ragiona così nel tentativo di controllare la vita che scorre, fluisce, trasforma e si trasforma continuamente.
Perché durante la notte, al buio ciò che si verifica sono appunto trasformazioni profonde, ampie e di notevole intensità , che se portate a termine elaborano il prodotto che si è assimilato durante il giorno.
Cosi che all’alba , con il mattino anche in noi si verifichi e nasca qualcosa di completamente nuovo.
Se questo avviene non perdiamo il nostro io, al contrario siamo sempre noi , ma completamente rinnovati.
Daltronde l’insonnia può essere almeno di tre tipi ad ognuno dei quali corrispondono interpretazioni psico emotive molto differenti.
L’insonnia serale per esempio evidenzia la difficoltà a lasciarsi andare e quindi a lasciare andare ciò che si è vissuto durante il giorno , il che evidenzia un io troppo rigido e controllato che non vuole “abbandonare la lotta” che viene interpretata come forma di sopravvivenza.
Quella notturna generalmente caratterizzata da risvegli fra le due e le quattro di mattina sembrerebbe essere manifestazione di rabbie non completamente smaltite o di rancori di chi per qualche verso ritiene di avere subito ingiustizie.
Quella mattutina infine, rappresenta senza dubbio la paura del nuovo e di ciò che ci aspetta che merita una adeguata preparazione. Di fronte alla novità bisogna essere lucidi e pronti.
E quindi la necessita di svegliarsi prima.
Queste semplici considerazioni sono di per se sufficienti a farci capire come il sonno sia in realtà un meccanismo ben più importante, complesso ed articolato che non un semplice periodo di riposo e come esso sia intimamente collegato con gli aspetti psichici ed emozionali che contraddistinguono la nostra vita.
Questo è uno dei motivi per cui l’utilizzo di psicofarmaci, purtroppo estremamente diffuso, ancorchè efficace, in realtà però interviene ed influisce su questo meccanismo cosi delicato interferendo anche con le possibilità individuali e soggettive di superamento dello stesso.
Ecco perché specie in alcuni casi l’intervento con modalità e metodiche ad indirizzo psico emozionale può essere molto meno invasivo e molto più indicato.
Una di queste è per esempio il rebirthing o la respirazione metacorporea.
Entrambe queste tecniche sono basate su particolari modalità respiratorie che inducono una maggiore e dolce connessione con i propri stati emozionali ed una più profonda e mirata consapevolezza delle proprie dinamiche attive e reattive.
La situazione che si viene a creare durante una seduta è in realtà paragonabile al sonno, cosi come ad uno stato meditativo , in cui le onde cerebrali si trovano ad una frequenza alfa in cui la integrazione di vissuti emozionali è facilitata.
Daltronde mentre noi dormiamo nel nostro corpo si verificano una serie di cambiamenti di tipo sia fisico che chimico molto importanti sia a livello muscolare che di altri organi.
Per esempio il ritmo del cuore varia , gli occhi si muovono anche se sono chiusi ed infine la respirazione cambia completamente per ritmo, intensità, frequenza e profondità.
E’ dunque abbastanza comprensibile che tecniche di questo tipo basate appunto sulla respirazione possano agevolare e facilitare gli sblocchi emotivi e la corretta integrazione di dinamiche psico emozionali che possono contribuire ad una migliore e più armonica presa di consapevolezza del proprio mondo interiore con la eliminazione di ansie o pensieri ricorrenti che una volta manifestati ed eliminati non influiscono più sulle modalità di corretto ripristino tramite il sonno.